Nei casi di stati infiammatori cronici, quali rinite, sinusite o
presenza di polipi, i seni paranasali sono impossibilitati a drenare
adeguatamente il loro contenuto e le secrezioni faticano a trovare una
via d’uscita nelle strette vie di passaggio. Restando intrappolate nei
seni paranasali, le secrezioni nasali diventano cronicamente infette
creando un circolo vizioso che spesso neppure gli antibiotici riescono a
debellare in modo definitivo.
È in questo contesto che viene praticata
la FESS: la chirurgia funzionale endoscopica dei seni paranasali e
del naso. Si tratta di una tecnica mini-invasiva che utilizza come
accesso le fosse nasali per aprire le naturali vie di drenaggio delle
secrezioni quando sono in corso stati infiammatori cronici. Ma se della
chirurgia endoscopica ormai se ne apprezzano i vantaggi, rappresentati
da interventi con modesta emorragia, durata contenuta, impatto minimo di
cicatrici e un recupero post operatorio più rapido, il periodo
postoperatorio e di guarigione della mucosa nasale è sicuramente più
delicato; viene generalmente diviso in un periodo precoce, prime
settimane, e tardivo, fino a 6 mesi ma anche 1 anno dall’intervento. "La
guarigione di una ferita è un processo molto complesso, che passa
attraverso la formazione di un coagulo, una reazione infiammatoria, una
risposta immunitaria e al rimodellamento dei tessuti”, afferma Alberto Macchi, Specialista in Otorinolaringoiatria dell'Università dell'Insubria.
La formazione di croste costituisce un passaggio naturale verso la
guarigione definitiva della mucosa, tuttavia la loro presenza determina
inevitabilmente una riduzione del flusso aereo all’interno delle fosse
nasali e, di conseguenza, anche un incremento della possibilità a
sviluppare infezioni. Questo può costituire un circolo vizioso portando
ad una ridotta pulizia della mucosa nasale che a sua volta determina una
maggiore formazione di croste. Nel corso degli anni sono stati
sperimentati diverse soluzioni al fine di ridurre la formazione di
croste e rimuoverle senza ottenere risultati soddisfacenti. “Attualmente
- aggiunge Macchi - l’utilizzo di acido ialuronico ad alto peso
molecolare (9 mg) ha ottenuto i risultati migliori nella risoluzione dei
problemi del post chirurgico, dimostrando di favorire i processi di
drenaggio mucociliare e di ventilazione sinusale, di agevolare
un’adeguata riepitelizzazione, mantenendo l’apertura degli osti sinusali
ed evitando la formazione di croste e i problemi da queste create.
Recenti studi hanno dimostrato come l’acido ialuronico agisca come un
lubrificante delle mucose, e che in alte concentrazioni sia in grado di
espletare un ruolo terapeutico influenzando positivamente le funzioni
cellulari e l’attività dei fattori di crescita. L’acido ialuronico è il
primo trattamento che ha dimostrato di regolare le secrezioni e modulare
la risposta infiammatoria divenendo il principale riferimento nel post
chirurgico funzionale cosi come in quello estetico nasale”, conclude lo
specialista.
“La chirurgia endoscopica - spiega Paolo Castelnuovo, direttore
della Clinica Otorinolaringoiatrica all'Università dell'Insubria -
consente un più accurato controllo degli atti chirurgici ed una maggiore
sicurezza per il paziente e, se si parla di cranio e naso, non è
semplicemente un’opzione ma rappresenta la tecnica d’elezione per
numerose patologie di questo distretto anatomico. Gli interventi che si
eseguono con questa tecnica, se necessario, possono essere anche
ampiamente demolitivi, come nel caso di asportazione di neoformazioni
maligne. Attraverso l’impiego di endoscopi a fibre ottiche, di
telecamere e monitor televisivi per eseguire ogni manovra sulle
strutture, la chirurgia endoscopica risulta meno aggressiva, e ha quindi
un decorso post-operatorio meno doloroso e fastidioso. Oggi la
chirurgia del naso e dei seni paranasali rappresenta uno dei campi di
maggior impiego delle tecniche endoscopiche”, puntualizza Castelnuovo.
Sulla base di queste evidenze e con l’obiettivo di elaborare specifiche
linee di intervento condivise per un corretto decorso post operatorio,
la comunità scientifica ha deciso di dare il via ad uno studio
multicentrico, che prevede l’impiego di acido ialuronico 9 mg ad alto
peso molecolare (Yabro®) in pazienti sottoposti a intervento di
chirurgia funzionale endoscopica dei seni paranasali e del naso. Lo
studio arruolerà oltre 300 pazienti e sarà condotto in centri
ospedalieri in Italia, Svizzera e Germania.
Nessun commento:
Posta un commento